Pellicole anti infrarossi

Pellicole anti infrarossi  per limitare l’effetto serra  per capire al meglio il funzionamento delle pellicola anti infrarossi cerchiamo di approfondire cosa sono gli IR e cosa causano.

La radiazione solare  passeggiando sotto il sole rileviamo una temperatura dell’aria esterna di 35°C, camminando ci spostiamo in un viale alberato dove, appena entrati percepiamo una sensazione di freschezza e benessere, scopriamo però che la temperatura dell’aria nella zona all’ombra è di 35°C, identica alla temperatura dell’aria nella zona soleggiata.

Il calore che percepiamo al sole è dovuto dalla radiazione infrarossa (IR) che colpisce la nostra pelle creando una sensazione di calore proporzionale alla quantità di IR presenti. L’effetto serra  Le radiazioni infrarosse sono onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda maggiori di 780 nanometri.  L’occhio umano non riesce a percepire queste onde ma il nostro corpo si grazie alla sensazione di calore che queste onde provocano.

Come la nostra pelle tutti i materiali, se esposti a raggi IR, assorbono parte di questi e li trasformano in calore infatti, se tocchiamo un oggetto esposto al sole lo sentiamo più caldo rispetto allo stesso oggetto non esposto. La stessa cosa succede all’interno delle nostre case, uffici, negozi, ambienti di lavoro

La radiazione infrarossa passa attraverso le vetrate e le finestre, colpisce tende, pavimento, mobili ed oggetti i quali assorbono la radiazione e la rilasciano sotto forma di calore creando  l’effetto serra all’interno delle stanze. Pellicola anti infrarossi per ridurre l’effetto serra

Le pellicole anti infrarossi vengono chiamate più comunemente “pellicole a controllo solare o pellicole antisolari”. Una delle caratteristiche principali è quella di ridurre l’effetto serra grazie all’abbattimento dei raggi infrarossi. Sono prodotti veramente validi sia dal punto di vista delle prestazioni che dal punto di vista della durata, offrono comfort e risparmio energetico, non richiedono grossi investimenti ed in ogni caso, grazie all’energia ridotta, si ripagano molto velocemente, sono di facile e veloce applicazione, non richiedono manutenzioni se non una normale pulizia.

Nel mondo della fotografia, soprattutto social, si fa un gran parlare (e promuovere) i filtri fotografici. Accessori impegnativi perché di costo molto alto, in alcuni casi astronomico. Da quel che si legge e si vede sembrano essere diventati uno strumento indispensabile per la fotografia moderna, soprattutto di paesaggio.

Ma è davvero così? O si tratta solo di un fenomeno commerciale spinto ad arte sui social? O forse c’è verità in entrambe le ipotesi? Vediamo quindi in questo tutorial cosa sono i filtri fotografici, a cosa servono e quali sono davvero utili.   Cosa sono i filtri fotografici

Con questo nome si identifica una vasta categoria di aggiuntivi ottici che si applicano davanti alla lente frontale dell’obiettivo per introdurre una modifica alla luce reale prima che essa raggiunga la pellicola o il sensore. Esistono infatti da lungo tempo, essendo nati appunto con la pellicola. Se riflettiamo, si tratta di una pre-produzione di tipo ottico, del tutto simile alla post-produzione digitale.

Problematiche di base dei filtri fotografici  I problemi di cui soffrono i filtri fotografici sono essenzialmente due: qualità ottica  dominanza  La qualità ottica dipende dalla finezza di lavorazione del vetro e da anomalie nella stesura dello strato. La dominanza è una variazione non voluta del colore che viene introdotta da una scarsa qualità del vetro e della lavorazione “filtrante”.

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